Alla cascata dell’Acquapendente

a Pruno in Versilia

Si sale, si sale, si sale ancora e poi all’improvviso appaiono come in un sogno…

Fanno un balzo impressionante, in un angolo sperduto di paradiso. Dalla costa bastano 20 minuti di macchina fino al paesino di Pruno, un gioiello che brilla sotto alcune cime delle Alpi Apuane meridionali, altri 30 minuti di camminata e siamo arrivati. Non si verrebbe più via.

Sono le cascate dell’Acquapendente.

Le scopro così quasi per caso, un piacevole 25 aprile che sa di vento e libertà.

Questi erano i sentieri che battevano le formazioni partigiane dell’alta Versilia. L’acqua del torrente scorre su una parete strapiombante ed ha un potere ipnotizzante, non stupisce pensare che spesso intorno a questi luoghi nascessero vere e proprie leggende; le stesse leggende che abbiamo ascoltato poco prima nel Mulino del Frate, un mulino vecchio di 200 anni, che una coppia di ragazzi, Silvia e Alessandro, hanno deciso di far rivivere.

Il mulino è stato ristrutturato qualche anno fa grazie ad un progetto dell’unione dei comuni versiliesi ed è stato affidato con una convenzione in gestione all’associazione I Raggi di Belen, anima di molti percorsi culturali dell’alta Versilia (come il Solstizio d’estate a Pruno) e di attività didattiche.

La stessa associazione ha proposto poi la conduzione del mulino a Silvia Malquori, guida ambientale del Parco delle Alpi Apuane, e al suo compagno Alessandro Galeffi, che accettando hanno coronato un piccolo sogno: quello di prendere e lasciare tutto, di vivere di e con la natura secondo il ritmo delle stagioni.

E’ freddo, stanotte è nevicato in quota e così questo 25 aprile ci regala colori accessi e nuvole impazzite. Tornando a Pruno alzo lo sguardo in alto verso il profilo maestoso della Pania della Croce, ne scorro i crinali fino alla verdeggiante conca della Foce di Mosceta…un vero paradiso che nasconde piccoli microcosmi a portata di mano.

Durante i giorni intorno al solstizio d’estate il paesino di Pruno è protagonista di una rassegna e di uno spettacolo naturale unico: la doppia alba nell’arco del Monte Forato. per saperne di più potete leggere qui.

(autore Claudio Falorni)