Un sabato sera #InVersilia

Dopo essermi messo in tiro in vista di un sabato sera coi fiocchi, essere uscito finalmente da casa  ed aver caricato in macchina il resto del “branco” formato dagli amici storici, compagni di grandi serate,  (si proprio come nel film “Una notte da leoni”), decidiamo di recarci verso la Versilia per un aperitivo tattico al Mora Mora di Lido di Camaiore. Qui l’atmosfera è sempre molto piacevole,una bellissima terrazza a pochi metri dal mare  e tra un cocktail vista mare, chiacchiere e buona  musica  passiamo dunque la prima parte della serata nel migliore dei modi. A questo punto arriva il momento cruciale, quello di scegliere dove proseguire la nottata. La vita notturna versiliese  conta su numerose discoteche in cui il divertimento pare non concludersi mai, dove passione e ritmo si fondono insieme al  profumo del mare …     quindi non è così semplice scegliere ! discoteca Come sempre accade tutti hanno una preferenza differente e comincia così il tradizionale valzer per prendere la decisione finale… Andrea e Lorenzo sono convinti di voler andare al Twiga perché sicuri che sarà una serata all’ insegna dei vips ,tra soubrette e calciatori(come spesso accade) e dunque puntano al selfie ricordo con uno di questi, io e Marco invece spingiamo per un altro locale di Marina di Pietrasanta, il Seven Apples, perché amiamo la musica travolgente e sicuramente ci sarà qualche  bravo dj a suonare a bordo piscina. Fatto sta che alla fine dei conti, dopo una mezz’ora buona di tira e molla, decidiamo di prendere un’altra via e ci buttiamo sulla “tradizione” puntando sulla Capannina di Franceschi a Forte. capannina-locale-pieno Non c’è neanche bisogno che vi dica come è andata la serata…divertimento ed atmosfera senza eguali, mix coinvolgente tra presente e passato con la fortuna di trovare come ospite un Jerry Calà al piano bar da antologia. Insomma in Versilia non si rischia mai di sbagliare…sabato sera da 10 e Lode. ( http://www.sevenapples.it/ ) ( http://twigabeachclub.com/ ) ( http://www.lacapanninadifranceschi.com/ )

Finalmente riapre il Museo Archeologico a Camaiore !

Finalmente ci siamo! Il Civico Museo Archeologico di Camaiore è di nuovo aperto. Sono passati quasi venti anni da quando l’ho visitato l’ultima volta, anni in cui è rimasto chiuso al pubblico per importanti lavori di restauro. Forse un po’ tanti, verrebbe da dire, ma pazienza: adesso è aperto ed è quello l’importante. Il giorno dell’inaugurazione – con il sindaco, il personale che per anni ha curato il progetto, i giornalisti e tanti curiosi – è arrivato: la gente c’è, il sole pure ed allora.. entriamo a visitarlo! Il primo impatto è sicuramente piacevole: il design strizza un occhio alle linee pulite e chiare di un razionalismo d’arredamento, superfici pulite, pareti bianche con tante informazioni utili.. e sopratutto si nota subito l’assoluta accessibilità per portatori di disabilità motorie. In un palazzo storico come quello che ospita il museo non è purtroppo così scontato, quindi è sempre bello ricordarlo. Le sale interne sono ampie, l’illuminazione ben studiata e soprattutto: tanta luce naturale dalle finestre! Già da subito si nota un bel dettaglio: non è solo un museo archeologico, ma un museo dell’evoluzione e cosa ancor più importante, un museo della cultura locale. L’evoluzione del territorio dai tempi più antichi fino alla modernità, attraverso documenti scritti e non, reperti, plastici e mappe appositamente realizzate. Il percorso non è solo espositivo: è un viaggio nel tempo che si arricchisce di immagini, di suoni e di video, ma anche con la possibilità di toccare gli oggetti antichi.. ehm si, in realtà sono riproduzioni moderne di reperti antichi fatte con gli stessi materiali degli originali, ma vi assicuro che dopo un po’ lo si dimentica! Alla fine del percorso torniamo soddisfatti verso l’uscita: ci facciamo un selfie con la “piccola” Lucy (dopo averne visto i resti originali ad Addis Abeba fa un po’ impressione ritrovarsi un suo plastico proprio qua!) e usciamo. Davvero una perla nel centro storico di Camaiore. (autore Stefano Giannecchini)   )

Kayak sul lago di Massaciuccoli

Kayak sul lago…ma siete pazzi? Tutto ha inizio qualche anno fa, quando con un gruppo di amici decidiamo di organizzare una vacanza sportiva agli antipodi. Oltre al consueto trekking, alle passeggiate, alle esplorazioni cittadine, perchè non aggiungere anche qualche giorno di kayak? Problema n. 1 mai fatto. Questo si può superare facilmente, a meno che non si presenti il problema n. 2. Problema n.2 paura…direte voi di cosa? Bene..paura di cadere in acqua. Nonostante sia nata sul mare e sappia nuotare (anni di corsi!!!) non riesco mai a  tuffarmi dal pedalò, quando in estate con gli amici  decidiamo di allontanarci dalla riva per andare “a fare il bagno a largo”,  e non riesco nemmeno a camminare lungo molo a Viareggio, perchè l’idea di cadere in acqua mi paralizza. Mi lascio convincere e decido di provare. Destinazione lago di Massaciuccoli a Massarosa. Per l’esattezza decidiamo di noleggiare un kayak lungo la via di Montramito, che da Viareggio porta a Massarosa (per info su costi e noleggio https://www.facebook.com/KayakClubAirone/info/?tab=overview) Ci siamo è il mio momento… ma voi sapete esattamente cos’è un kayak? Si tratta di una specie di canoa con una pagaia a doppia pala, che in origine era costruita in legno e ricoperta di pelli di  foca e veniva utilizzata dal popolo artico degli Inuit. Per fortuna la tecnologia ha fatto passi da giganti e i moderni kayak sono in polietilene e anche molto stabili, come mi assicura la gentile signora del noleggio, che poi mi spiega come indossare il giubbotto salvagente, come sedermi, come pagaiare, dove sistemare chiavi, telefono e tutto il necessaire che mi sono portata dietro. Come prima volta decido di non avventurarmi da sola e opto per un kayak a due posti. Si parte. Dopo i primi attimi di puro terrore, la tensione mi abbandona per lasciar posto a un’emozione unica: la gioia. Il kayak scivola silenzioso lungo i canali del lago, fra canne, falasco, ninfee, folaghe, aironi cinerini e vecchie bilance (localmente il termine  indica sia i capanni dei pescatori che la rete da pesca). I canali si allargano e poi si ristringono, sono tagliati da fossi, e poi il grande specchio d’acqua del lago. In lontananza si vede la riva di Torre del Lago Puccini e davanti a questo paesaggio sembra quasi di sentire le arie di Giacomo Puccini, che aveva scelto Torre del Lago come rifugio dalla città; sulle colline il paesino di Massaciuccoli e se si alza lo sguardo le Alpi Apuane e i monti Pisani! Sono trascorse tre ore ed è tempo di tornare…. ma anche ritornare in questo posto che regala emozioni uniche! Per la cronaca…agli antipodi kayak in mare aperto:)