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Minazzana piccolo gioiello

Ho scoperto Minazzana un 1° di maggio: la festa dei lavoratori sulla piazzetta davanti alla chiesa, i tordelli al ragù e il vino rosso, l’orchestrina che suona dal vivo, i bambini che si rincorrono liberi… per un attimo è sembrato di aver fatto un salto indietro nel tempo, di essere parte della comunità che abita quella manciata di case serrate e ben curate che si affacciano su un panorama mozzafiato, che abbraccia dai monti la collina, fino ad accarezzare le acque del mare versiliese… Così lontano, eppure così vicino, pochi tornanti sopra Seravezza per scoprire che ancora qualcosa della tradizione rimane, che ci sono luoghi che sembrano aver fermato il tempo e lo spazio e rimangono intatti, protetti dal bosco che li circonda. Minazzana è una delle tappe del S.A.V (Sentiero Alta Versilia), un anello che collega dodici paesini dell’Alta Versilia, permettendo agli appassionati di trekking di sbizzarrirsi su sentieri che vanno dal Turistico (ovvero un itinerario breve e semplice) all’ Escursionistico per Esperti (itinerario lungo e con tratti impegnativi). I percorsi del S.A.V hanno una storia millenaria, esistono idealmente da sempre, dai tempi in cui non vi erano strade carrozzabili ed i paesi erano collegati da sentieri che ancora oggi potrete dunque percorrere, avvolti dal silenzio dei boschi, per raggiungere paesini dal sapore antico che, per un giorno, vi riportino indietro nel tempo.

Alla ricerca di verdure selvatiche con Claudio e chef Alessandro

Ringraziamo Claudio per questo brillante racconto sulla raccolta di verdure selvatiche nel comune di Massarosa, in Versilia!   Compignano è un pugno di case, una villa con giardino all’inglese (villa Paolina) e tanta natura in cima ad una collina di modesta altezza (262 mt sul livello del mare)…quanto basta per farla essere una sorta di balcone naturale sulla costa versiliese e il lago di Massaciuccoli. E’ mattina e sono qua, scarponcini da trekking, l’inseparabile bastone e un appuntamento. Ale sbuca all’improvviso, ha una gerla enorme sulle spalle,  guanti da agricoltore e coltellini di ogni lunghezza: “oggi ti faccio conoscere un sacco di verdure selvatiche, stasera te le cucino, ovviamente te porti il vino…” Ci incamminiamo sul tracciato che da Compignano scende fino al lago di Massaciuccoli, il “Sentiero delle sughere”. E’ una giornata piena di sole e profumi, a sinistra si accende di colori la pianura che collega Pisa a Lucca, c’è un po’ di fumo che sale alto da una piccola collina vicina, e all’orizzonte qualche vela nel mare blu. Il nostro bottino è veramente ricco: cardi, finocchietti, carote, asparagi, germogli di bambù (una pianta ovviamente non autoctona e fortemente infestante; i germogli hanno un sapore simile al carciofo), nepitella (una piantina ottima per cucinare i funghi), pimpinella(adatta per infusi e tisane)…la gerla si riempie in fretta, rimango sbalordito, nelle mani ho mille fragranze diverse e un leggero capogiro per tanta bellezza intorno, i due cani di Ale sembrano impazziti. Chiedo ad Ale più informazioni possibili, non riesco a credere che si possa trovare in natura e spontaneamente così tanta verdura commestibile e continua a venirmi in mente il film “Into the wild”, dove il protagonista Christopher Mccandless alla ricerca di una vita diversa, a stretto contatto con la natura, muore per avvelenamento da una bacca di una pianta simile alla patata; sono un po’ preoccupato ma Ale fuga in fretta i miei dubbi. Terminiamo la camminata ammirando i magnifici panorami da angolazioni diverse, parliamo del libro di Castaneda “A scuola dallo stregone” e mi assalgono immagini di me dopo aver mangiato il pejote inseguito da una muta di cinghiali massarosesi! Torniamo alle macchine, qualche foto e un saluto al fantasma di Mccandless da qualche parte nel bosco…